Affascinante tour di due giorni, dalla costa verso l’entroterra della Val Vibrata, alla scoperta di diverse epoche, tra curiosità archeologiche, storiche e architettoniche. Protagonisti del tour saranno i cibi della tradizione locale, i vini e l’olio, incontrando cantine e borghi medievali da scoprire.
Il vostro tour può cominciare! Si parte da Controguerra, “Città del vino, dell’olio e del buon vivere”, sulle colline della Val Vibrata, dove vigneti e campi di grano si rincorrono a perdita d’occhio. Ha radici preistoriche e romane ed è stata molto fiorente anche in età medievale. Dalla sua posizione il vostro sguardo potrà spaziare dalla costa alla catena dei Monti della Laga, in un equilibrio paesaggistico che si ricompone tra filari di vite e campi lavorati dalla sapiente mano dell’uomo. Il territorio è ad alta vocazione vitivinicola tanto da aver ottenuto, dal 1996, una propria denominazione DOC.
In questo percorso tra chiese e palazzi storici, merita una visita l’Enoteca Comunale, nell’Antico Palazzo Comunale situato nel centro storico ed eretto anteriormente al 1478. Ottimi i vini della zona accompagnati da prodotti tipici locali: il Controguerra DOC Rosso, di un rubino intenso, con sapore asciutto e leggermente tannico, o Bianco, di color paglierino, dal profumo fruttato e sapore secco leggermente amarognolo. Rinomate anche le produzioni di Passerina DOC, Pecorino IGT, Trebbiano d’Abruzzo DOC, Cerasuolo d’Abruzzo DOC e Montepulciano d’Abruzzo DOC.
Il vostro tour può cominciare! Si parte da Controguerra, “Città del vino, dell’olio e del buon vivere”, sulle colline della Val Vibrata, dove vigneti e campi di grano si rincorrono a perdita d’occhio. Ha radici preistoriche e romane ed è stata molto fiorente anche in età medievale. Dalla sua posizione il vostro sguardo potrà spaziare dalla costa alla catena dei Monti della Laga, in un equilibrio paesaggistico che si ricompone tra filari di vite e campi lavorati dalla sapiente mano dell’uomo. Il territorio è ad alta vocazione vitivinicola tanto da aver ottenuto, dal 1996, una propria denominazione DOC.
In questo percorso tra chiese e palazzi storici, merita una visita l’Enoteca Comunale, nell’Antico Palazzo Comunale situato nel centro storico ed eretto anteriormente al 1478. Ottimi i vini della zona accompagnati da prodotti tipici locali: il Controguerra DOC Rosso, di un rubino intenso, con sapore asciutto e leggermente tannico, o Bianco, di color paglierino, dal profumo fruttato e sapore secco leggermente amarognolo. Rinomate anche le produzioni di Passerina DOC, Pecorino IGT, Trebbiano d’Abruzzo DOC, Cerasuolo d’Abruzzo DOC e Montepulciano d’Abruzzo DOC.
Lasciata Controguerra, dirigetevi verso Ancarano, cittadina tra la Vallata del Tronto e la Val Vibrata. Alcuni insediamenti rinvenuti ne hanno fatto stabilire la fondazione già in epoca romana. Le vicende dei lontani tempi gloriosi, tra Pipino, Carlo Magno, vescovi e duchi, sono tutt’oggi percepibili tra le Porte d’ingresso al borgo, le nobili abitazioni e le chiese.
Da visitare lungo le strette vie tipiche degli assetti medievali sono la Chiesa della Madonna della Misericordia, poco fuori dal centro, la Torre Campanaria, a protezione delle case, Porta da Mare e Porta Nuova.
Dopo la vostra piacevole passeggiata, sedetevi a gustare il piatto tipico locale, caratteristico del mese di ottobre, la minestra che si mangia con la forchetta: “li tailì de la Madonna de la Pace” sono tagliolini finissimi cotti in brodo di carni miste e da mangiare proprio con la forchetta. Ancarano delizia e stupisce!
Lasciata Controguerra, dirigetevi verso Ancarano, cittadina tra la Vallata del Tronto e la Val Vibrata. Alcuni insediamenti rinvenuti ne hanno fatto stabilire la fondazione già in epoca romana. Le vicende dei lontani tempi gloriosi, tra Pipino, Carlo Magno, vescovi e duchi, sono tutt’oggi percepibili tra le Porte d’ingresso al borgo, le nobili abitazioni e le chiese.
Da visitare lungo le strette vie tipiche degli assetti medievali sono la Chiesa della Madonna della Misericordia, poco fuori dal centro, la Torre Campanaria, a protezione delle case, Porta da Mare e Porta Nuova.
Dopo la vostra piacevole passeggiata, sedetevi a gustare il piatto tipico locale, caratteristico del mese di ottobre, la minestra che si mangia con la forchetta: “li tailì de la Madonna de la Pace” sono tagliolini finissimi cotti in brodo di carni miste e da mangiare proprio con la forchetta. Ancarano delizia e stupisce!
A questo punto è tempo di raggiungere Sant’Egidio alla Vibrata. Le sue origini, grazie al ritrovamento di reperti e alla presenza di insediamenti, sono attestate già in epoca paleolitica superiore, neolitica e nella media età del bronzo. Testimonianze di epoca arcaica sono le tombe della Necropoli di Ripa Quarquellara.
A seguito delle incursioni barbariche, i benedettini qui costruirono un’abbazia che favorì la formazione del primo nucleo abitato, ancora visibile, da cui si sviluppò tutto il paese.
A questo punto è tempo di raggiungere Sant’Egidio alla Vibrata. Le sue origini, grazie al ritrovamento di reperti e alla presenza di insediamenti, sono attestate già in epoca paleolitica superiore, neolitica e nella media età del bronzo. Testimonianze di epoca arcaica sono le tombe della Necropoli di Ripa Quarquellara.
A seguito delle incursioni barbariche, i benedettini qui costruirono un’abbazia che favorì la formazione del primo nucleo abitato, ancora visibile, da cui si sviluppò tutto il paese.
Riprendete l’itinerario dirigendovi verso Torano Nuovo che, posto su una soleggiata collina, offre uno dei più incantevoli panorami dell’area, circondato da valli coperte di vigneti e uliveti, con il Gran Sasso sullo sfondo.
Il consiglio è quello di passeggiare nel centro storico, immergendovi nella sua storia in un percorso che dalla Piazza del Comune, dove ammirare stupendi palazzi nobiliari, passando sotto le volte di quella che era la Porta Castellana, resto dell’antica fortificazione, arriva alla Piazza centrale.
La produzione di vino gli vale i titoli di Capitale del Montepulciano d’Abruzzo e Paese del Gusto: le sue terre sono note dall’antichità per la qualità delle vigne e le proprietà curative dei vini tanto che, secondo lo storico romano Plinio, dopo la battaglia del Trasimeno avrebbero dato ristoro ad Annibale, che se ne servì per curare i suoi cavalli malati di scabbia. Potrete gustare questa eccellenza, con le sue produzioni DOC (Montepulciano, Trebbiano, Controguerra) e DOCG (Colline Teramane), in una delle tante aziende agricole del territorio.
Tra le tipicità toranesi poi sono da assaggiare salumi e prosciutti, ma anche farro, formaggio e miele.
Riprendete l’itinerario dirigendovi verso Torano Nuovo che, posto su una soleggiata collina, offre uno dei più incantevoli panorami dell’area, circondato da valli coperte di vigneti e uliveti, con il Gran Sasso sullo sfondo.
Il consiglio è quello di passeggiare nel centro storico, immergendovi nella sua storia in un percorso che dalla Piazza del Comune, dove ammirare stupendi palazzi nobiliari, passando sotto le volte di quella che era la Porta Castellana, resto dell’antica fortificazione, arriva alla Piazza centrale.
La produzione di vino gli vale i titoli di Capitale del Montepulciano d’Abruzzo e Paese del Gusto: le sue terre sono note dall’antichità per la qualità delle vigne e le proprietà curative dei vini tanto che, secondo lo storico romano Plinio, dopo la battaglia del Trasimeno avrebbero dato ristoro ad Annibale, che se ne servì per curare i suoi cavalli malati di scabbia. Potrete gustare questa eccellenza, con le sue produzioni DOC (Montepulciano, Trebbiano, Controguerra) e DOCG (Colline Teramane), in una delle tante aziende agricole del territorio.
Tra le tipicità toranesi poi sono da assaggiare salumi e prosciutti, ma anche farro, formaggio e miele.
Tappa successiva del tour è Nereto, su una collinetta ricoperta di ulivi, girasoli e verdi campi. Il borgo è ricco di arte, storia e interessanti emergenze architettoniche, come la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, la Fontana Vecchia, il Monumento al Multiculturalismo dell’artista Francesco Perilli, la scultura Inno alla Vita del maestro Augusto Murer.
Proseguite verso l’antico Borgo Galliano, dove ammirare la Chiesa di San Martino, piccolo gioiello di origini pagane rimaneggiato dalle mani dei benedettini nel XII secolo.
Tra le tante bontà locali, una specialità che si tramanda da generazioni è quella del tacchino alla neretese, accompagnato da un contorno di verze “strascinate” e peperoni fritti. Da gustare, poi, la capra alla neretese, saporito piatto della tradizione legato alla pastorizia, a base di bocconcini di capra cucinati in umido, accompagnato da peperoni rossi fritti. A queste prelibatezze si aggiunge l’oro verde: l’olio prodotto a Nereto presenta un sapore armonioso e delicato, dal colore verde intenso, grazie alla vicinanza della montagna e del mare; vale la pena degustarlo nelle aziende del luogo, magari su una fetta di pane caldo.
Tappa successiva del tour è Nereto, su una collinetta ricoperta di ulivi, girasoli e verdi campi. Il borgo è ricco di arte, storia e interessanti emergenze architettoniche, come la Chiesa di Santa Maria del Suffragio, la Fontana Vecchia, il Monumento al Multiculturalismo dell’artista Francesco Perilli, la scultura Inno alla Vita del maestro Augusto Murer.
Proseguite verso l’antico Borgo Galliano, dove ammirare la Chiesa di San Martino, piccolo gioiello di origini pagane rimaneggiato dalle mani dei benedettini nel XII secolo.
Tra le tante bontà locali, una specialità che si tramanda da generazioni è quella del tacchino alla neretese, accompagnato da un contorno di verze “strascinate” e peperoni fritti. Da gustare, poi, la capra alla neretese, saporito piatto della tradizione legato alla pastorizia, a base di bocconcini di capra cucinati in umido, accompagnato da peperoni rossi fritti. A queste prelibatezze si aggiunge l’oro verde: l’olio prodotto a Nereto presenta un sapore armonioso e delicato, dal colore verde intenso, grazie alla vicinanza della montagna e del mare; vale la pena degustarlo nelle aziende del luogo, magari su una fetta di pane caldo.
Riprendete l’itinerario verso Corropoli, borgo collinare che si distende lungo la Val Vibrata, noto per il villaggio neolitico di Ripoli, risalente al 3000 a.C., tra i centri preistorici più importanti d’Europa. La famosa tomba neolitica della “donna con cane” fu rinvenuta nel 1914 e attualmente è esposta al Museo Nazionale Archeologico d’Abruzzo a Chieti.
Nel cuore del paese sorge Piazza Piè di Corte, costruita demolendo i resti di un castello baronale: qui possiamo ammirare l’elegante Campanile seicentesco, abbellito da mattoni maiolicati, la Fontana centrale e la Chiesa di San Giuseppe. A poca distanza sorge il Santuario Mariano, chiesa principale di Corropoli. Sulla strada che conduce a Controguerra, infine, è da ammirare l’Oratorio di San Rocco.
Su via del Vecchioforte incrocerete una pinciara, antica abitazione di terra costruita con terra cruda impastata con paglia, brecciolino, tronchi e canne.
Immancabile l’assaggio delle specialità gastronomiche di Corropoli: succulenti piatti della tradizione che potrete gustare in occasione della Sagra dei piatti tipici e delle specialità della Val Vibrata, che si svolge ogni anno all’inizio di agosto.
Riprendete l’itinerario verso Corropoli, borgo collinare che si distende lungo la Val Vibrata, noto per il villaggio neolitico di Ripoli, risalente al 3000 a.C., tra i centri preistorici più importanti d’Europa. La famosa tomba neolitica della “donna con cane” fu rinvenuta nel 1914 e attualmente è esposta al Museo Nazionale Archeologico d’Abruzzo a Chieti.
Nel cuore del paese sorge Piazza Piè di Corte, costruita demolendo i resti di un castello baronale: qui possiamo ammirare l’elegante Campanile seicentesco, abbellito da mattoni maiolicati, la Fontana centrale e la Chiesa di San Giuseppe. A poca distanza sorge il Santuario Mariano, chiesa principale di Corropoli. Sulla strada che conduce a Controguerra, infine, è da ammirare l’Oratorio di San Rocco.
Su via del Vecchioforte incrocerete una pinciara, antica abitazione di terra costruita con terra cruda impastata con paglia, brecciolino, tronchi e canne.
Immancabile l’assaggio delle specialità gastronomiche di Corropoli: succulenti piatti della tradizione che potrete gustare in occasione della Sagra dei piatti tipici e delle specialità della Val Vibrata, che si svolge ogni anno all’inizio di agosto.
Vi proponiamo di concludere il tour a Cellino Attanasio, incantevole borgo su un rilievo roccioso tra la Valle del Piomba e quella del Vomano, che vi accompagnerà attraverso vie strette, scalinate, graziose piazze e gli affacci da cui ammirare il panorama naturale circostante.
Di origini preromane, il paese conserva la tipica struttura medievale: lo testimoniano i due Torrioni, costruiti per volere degli Acquaviva, signori di Cellino Attanasio dal Trecento, che qui stabilirono il loro rifugio per la presenza di numerose fortificazioni. Sopra il torrione potrete vedere l’area oggi chiamata “la fortezza”, in ricordo del palazzo fortificato che si ergeva a difesa del borgo.
Meritano una sosta, poi, la Chiesa di Santa Maria la Nova, caratterizzata da un portale del 1424, opera dell’artista partenopeo Matteo de Caprio, e l’Ex Chiesa di Santo Spirito, oggi sede di un teatro.
Tra storia e folklore popolare, molto caratteristica è la tradizione culinaria dei “Cingoli cellinesi al sugo di papera“, un tipo di pasta detta anche “Cordoni dei frati”, che risale al Medioevo ed è collegata alla presenza dei frati francescani, per i quali i cingoli costituivano il “piatto del dì di festa”.
Vi proponiamo di concludere il tour a Cellino Attanasio, incantevole borgo su un rilievo roccioso tra la Valle del Piomba e quella del Vomano, che vi accompagnerà attraverso vie strette, scalinate, graziose piazze e gli affacci da cui ammirare il panorama naturale circostante.
Di origini preromane, il paese conserva la tipica struttura medievale: lo testimoniano i due Torrioni, costruiti per volere degli Acquaviva, signori di Cellino Attanasio dal Trecento, che qui stabilirono il loro rifugio per la presenza di numerose fortificazioni. Sopra il torrione potrete vedere l’area oggi chiamata “la fortezza”, in ricordo del palazzo fortificato che si ergeva a difesa del borgo.
Meritano una sosta, poi, la Chiesa di Santa Maria la Nova, caratterizzata da un portale del 1424, opera dell’artista partenopeo Matteo de Caprio, e l’Ex Chiesa di Santo Spirito, oggi sede di un teatro.
Tra storia e folklore popolare, molto caratteristica è la tradizione culinaria dei “Cingoli cellinesi al sugo di papera“, un tipo di pasta detta anche “Cordoni dei frati”, che risale al Medioevo ed è collegata alla presenza dei frati francescani, per i quali i cingoli costituivano il “piatto del dì di festa”.