L’itinerario si snoda tra splendidi paesaggi e incantevoli borghi, dalle colline fino alla costa teramana, dove alla ricca e variegata offerta dei produttori si alternano storia, antiche tradizioni e vedute mozzafiato
Si parte da Castellalto, cittadina che vanta la particolarità di avere due nuclei, Castellalto e Castelbasso. Il paese nasce intorno all’anno Mille, anche se non mancano tracce di insediamenti del periodo italico e romano.
Una passeggiata nel suo centro storico vi condurrà all’imponente Palazzo Comunale, che conserva la porta di accesso al paese e parte della cinta muraria, resti che vi riporteranno alle sue origini ottocentesche. Affacciandovi dal Belvedere vi sembrerà di essere i padroni del mondo: da qui, la vostra vista potrà spaziare verso i colli teramani, la pianura e il mare.
Molto suggestivo è il piccolo borgo di Castelbasso, il più antico dei due centri, fondato nell’XI secolo come attestato dal Chronicon Casauriense, con una chiesa e un castello, e ampliato nel ‘400 secondo le tecniche di difesa contro le armi a gittata come i cannoni. Mantiene l’assetto medievale grazie alle sue antiche mura fortificate, ben conservate, e alle due porte che si aprono sulla muraglia: un tuffo nel passato tra palazzi, vicoletti e date incise nei muri, tracce di un tempo glorioso.
Si parte da Castellalto, cittadina che vanta la particolarità di avere due nuclei, Castellalto e Castelbasso. Il paese nasce intorno all’anno Mille, anche se non mancano tracce di insediamenti del periodo italico e romano.
Una passeggiata nel suo centro storico vi condurrà all’imponente Palazzo Comunale, che conserva la porta di accesso al paese e parte della cinta muraria, resti che vi riporteranno alle sue origini ottocentesche. Affacciandovi dal Belvedere vi sembrerà di essere i padroni del mondo: da qui, la vostra vista potrà spaziare verso i colli teramani, la pianura e il mare.
Molto suggestivo è il piccolo borgo di Castelbasso, il più antico dei due centri, fondato nell’XI secolo come attestato dal Chronicon Casauriense, con una chiesa e un castello, e ampliato nel ‘400 secondo le tecniche di difesa contro le armi a gittata come i cannoni. Mantiene l’assetto medievale grazie alle sue antiche mura fortificate, ben conservate, e alle due porte che si aprono sulla muraglia: un tuffo nel passato tra palazzi, vicoletti e date incise nei muri, tracce di un tempo glorioso.
Proseguite la scoperta di questi territori facendo tappa a Bellante. Il borgo, antico feudo degli Acquaviva, tra le maggiori casate del Regno di Napoli, ha origini medievali, come dimostrano molte testimonianze visibili attraversando il paese.
Passate per la Porta di accesso al borgo fortificato, costruita nel XII secolo, e sotto l’imponente Torre Civica che svolge la duplice funzione di torre e di campanile per la Chiesa di Santa Croce e Santa Maria della Misericordia, che si distingue per la facciata in cotto e il portale in pietra cinquecentesco. Sulla sua cima scorgerete un’imponente banderuola con le iniziali dei punti cardinali, il simbolo della croce e lo stemma del paese con l’iscrizione “Universitas Bellanti”.
Merita la visita la frazione di Ripattoni, altro luogo ricco di riferimenti storici, con i resti di un Castello trecentesco, con la sua poderosa Torre a pianta quadrangolare in pietre e laterizi, visibile anche a diversi chilometri, e Palazzo Saliceti, sede di un piccolo Teatro comunale, nei cui piani superiori rimangono saloni affrescati con scene mitologiche e allegoriche raffiguranti divinità classiche.
Nel cuore di Ripattoni, sorge la Casa Museo TO KE, rivestita di mosaici tutti tagliati a mano dall’artista TO KE che ne fanno un luogo unico in Abruzzo.
Proseguite la scoperta di questi territori facendo tappa a Bellante. Il borgo, antico feudo degli Acquaviva, tra le maggiori casate del Regno di Napoli, ha origini medievali, come dimostrano molte testimonianze visibili attraversando il paese.
Passate per la Porta di accesso al borgo fortificato, costruita nel XII secolo, e sotto l’imponente Torre Civica che svolge la duplice funzione di torre e di campanile per la Chiesa di Santa Croce e Santa Maria della Misericordia, che si distingue per la facciata in cotto e il portale in pietra cinquecentesco. Sulla sua cima scorgerete un’imponente banderuola con le iniziali dei punti cardinali, il simbolo della croce e lo stemma del paese con l’iscrizione “Universitas Bellanti”.
Merita la visita la frazione di Ripattoni, altro luogo ricco di riferimenti storici, con i resti di un Castello trecentesco, con la sua poderosa Torre a pianta quadrangolare in pietre e laterizi, visibile anche a diversi chilometri, e Palazzo Saliceti, sede di un piccolo Teatro comunale, nei cui piani superiori rimangono saloni affrescati con scene mitologiche e allegoriche raffiguranti divinità classiche.
Nel cuore di Ripattoni, sorge la Casa Museo TO KE, rivestita di mosaici tutti tagliati a mano dall’artista TO KE che ne fanno un luogo unico in Abruzzo.
La terza tappa del nostro itinerario è Giulianova. Nel Medioevo la cittadina era conosciuta come Castel San Flaviano, divenuta nel Trecento contea degli Acquaviva.
Durante la guerra per la corona del Meridione l’antico nucleo fu interamente distrutto e il duca Giulio Antonio Acquaviva decise di costruire una nuova cittadina, più a nord rispetto a quella precedente, dandole il proprio nome.
Il centro storico, primo esperimento di fondazione urbana del Rinascimento in Italia, è avvolto da una cinta muraria intervallata da torrioni: potete raggiungerlo percorrendo la panoramica Salita Monte Grappa, antica strada di accesso alla città, con le sue fontane e i suoi antichi lavatoi pubblici, continuando poi a passeggiare fino a Piazza della Libertà con il suggestivo Belvedere sul mare, i palazzi ottocenteschi e il Monumento a Vittorio Emanuele II.
Ad accrescere la bellezza di Giulianova, un sistema bibliotecario e museale di grande rilievo: comprende il Museo Civico Archeologico “Torrione La Rocca”, che faceva parte della cinta muraria del borgo e conserva pregevoli reperti di età romana; il Museo Civico “Gaetano Braga”, costruito nella seconda metà dell’800 dallo stesso insigne violoncellista e compositore giuliese; la Pinacoteca Civica Vincenzo Bindi, la Sala Civica di Scultura “R. Pagliaccetti”, che ospita le opere dell’artista, e la Cappella de’ Bartolomei, cappella gentilizia ottocentesca che accoglie alcune opere dell’artista giuliese Alfonso Tentarelli.
La terza tappa del nostro itinerario è Giulianova. Nel Medioevo la cittadina era conosciuta come Castel San Flaviano, divenuta nel Trecento contea degli Acquaviva.
Durante la guerra per la corona del Meridione l’antico nucleo fu interamente distrutto e il duca Giulio Antonio Acquaviva decise di costruire una nuova cittadina, più a nord rispetto a quella precedente, dandole il proprio nome.
Il centro storico, primo esperimento di fondazione urbana del Rinascimento in Italia, è avvolto da una cinta muraria intervallata da torrioni: potete raggiungerlo percorrendo la panoramica Salita Monte Grappa, antica strada di accesso alla città, con le sue fontane e i suoi antichi lavatoi pubblici, continuando poi a passeggiare fino a Piazza della Libertà con il suggestivo Belvedere sul mare, i palazzi ottocenteschi e il Monumento a Vittorio Emanuele II.
Ad accrescere la bellezza di Giulianova, un sistema bibliotecario e museale di grande rilievo: comprende il Museo Civico Archeologico “Torrione La Rocca”, che faceva parte della cinta muraria del borgo e conserva pregevoli reperti di età romana; il Museo Civico “Gaetano Braga”, costruito nella seconda metà dell’800 dallo stesso insigne violoncellista e compositore giuliese; la Pinacoteca Civica Vincenzo Bindi, la Sala Civica di Scultura “R. Pagliaccetti”, che ospita le opere dell’artista, e la Cappella de’ Bartolomei, cappella gentilizia ottocentesca che accoglie alcune opere dell’artista giuliese Alfonso Tentarelli.
Dopo la scoperta delle meraviglie di Giulianova, procedete verso Martinsicuro, borgo dalle origini antichissime che conta testimonianze della presenza dell’uomo risalenti alla preistoria.
La vostra passeggiata abbraccerà un percorso urbano ricco di fascino tra chiese, palazzi e ville. A proteggere il vostro cammino, l’occhio attento della Torre di Carlo V, edificata nel 1547 e utilizzata sia per la difesa della costa dalle incursioni saracene sia come ufficio doganale. Al suo interno, il Museo Archeologico Antiquarium di Castrum Truentinum ospita importanti reperti archeologici di antichi insediamenti risalenti anche all’età del bronzo.
Altro luogo da non perdere è il Museo delle Armi Antiche, allestito in una villa signorile, dove ammirare armi da caccia e pistole risalenti al XVII secolo, ma anche automezzi e carrozze d’epoca, come la carrozza del 1820 che trasportò Giuseppe Garibaldi o il casco da pilota appartenuto a Gabriele D’Annunzio.
L’amore per il mare e le tradizioni che lo legano alla cittadina sono ben tangibili nell’Ecomuseo del Mare e della Pesca. Se avete ancora del tempo a disposizione, vi suggeriamo di farci un salto per ripercorrere la storia della pesca e la sua nobile arte a Martinsicuro.
Dopo la scoperta delle meraviglie di Giulianova, procedete verso Martinsicuro, borgo dalle origini antichissime che conta testimonianze della presenza dell’uomo risalenti alla preistoria.
La vostra passeggiata abbraccerà un percorso urbano ricco di fascino tra chiese, palazzi e ville. A proteggere il vostro cammino, l’occhio attento della Torre di Carlo V, edificata nel 1547 e utilizzata sia per la difesa della costa dalle incursioni saracene sia come ufficio doganale. Al suo interno, il Museo Archeologico Antiquarium di Castrum Truentinum ospita importanti reperti archeologici di antichi insediamenti risalenti anche all’età del bronzo.
Altro luogo da non perdere è il Museo delle Armi Antiche, allestito in una villa signorile, dove ammirare armi da caccia e pistole risalenti al XVII secolo, ma anche automezzi e carrozze d’epoca, come la carrozza del 1820 che trasportò Giuseppe Garibaldi o il casco da pilota appartenuto a Gabriele D’Annunzio.
L’amore per il mare e le tradizioni che lo legano alla cittadina sono ben tangibili nell’Ecomuseo del Mare e della Pesca. Se avete ancora del tempo a disposizione, vi suggeriamo di farci un salto per ripercorrere la storia della pesca e la sua nobile arte a Martinsicuro.
È arrivato il momento di raggiungere la tappa conclusiva di questo itinerario: Colonnella. Il suo territorio fu occupato un tempo da Truentum, ultima roccaforte in Italia del popolo illirico dei Liburni proveniente dall’attuale Croazia. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e con le invasioni barbariche, Truentum subì lo smantellamento del porto e la distruzione della città. Le popolazioni si rifugiarono sulle colline intorno all’antica città: così nacque Colonnella.
La passeggiata ideale vi porterà nel suo centro storico, che conserva l’originario impianto architettonico dell’Alto Medioevo e si snoda tra viuzze, palazzi medievali e incantevoli piazzette. È caratterizzato da un’edificazione in laterizio chiaro, ben conservato e valorizzato. Vi suggeriamo di arrivarci passando attraverso la suggestiva Scalinata, divenuta l’emblema del paese dagli inizi del ‘900.
Lasciatevi guidare dalla bellezza e non perdete la Torre dell’Orologio, costruzione completamente in laterizio di cui è incerta la data di edificazione, e la Chiesa dei SS. Cipriano e Giustina, che si affaccia su Piazza del Popolo, visibile da qualsiasi direzione si acceda al paese grazie al suo alto campanile.
Nel centro storico, alla base della Scalinata, sicuramente catturerà la vostra attenzione l’Antico lavatoio, risalente alla fine dell’800. Mentre nel punto più alto del paese, sull’antica cinta muraria, spicca il Palazzo Volpi. Al suo interno, tra gli arredi d’epoca, è ancora conservato il letto che ospitò Sua Maestà Ferdinando II delle Due Sicilie la notte del 23 luglio 1832, durante la sua visita nella provincia.
È arrivato il momento di raggiungere la tappa conclusiva di questo itinerario: Colonnella. Il suo territorio fu occupato un tempo da Truentum, ultima roccaforte in Italia del popolo illirico dei Liburni proveniente dall’attuale Croazia. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente e con le invasioni barbariche, Truentum subì lo smantellamento del porto e la distruzione della città. Le popolazioni si rifugiarono sulle colline intorno all’antica città: così nacque Colonnella.
La passeggiata ideale vi porterà nel suo centro storico, che conserva l’originario impianto architettonico dell’Alto Medioevo e si snoda tra viuzze, palazzi medievali e incantevoli piazzette. È caratterizzato da un’edificazione in laterizio chiaro, ben conservato e valorizzato. Vi suggeriamo di arrivarci passando attraverso la suggestiva Scalinata, divenuta l’emblema del paese dagli inizi del ‘900.
Lasciatevi guidare dalla bellezza e non perdete la Torre dell’Orologio, costruzione completamente in laterizio di cui è incerta la data di edificazione, e la Chiesa dei SS. Cipriano e Giustina, che si affaccia su Piazza del Popolo, visibile da qualsiasi direzione si acceda al paese grazie al suo alto campanile.
Nel centro storico, alla base della Scalinata, sicuramente catturerà la vostra attenzione l’Antico lavatoio, risalente alla fine dell’800. Mentre nel punto più alto del paese, sull’antica cinta muraria, spicca il Palazzo Volpi. Al suo interno, tra gli arredi d’epoca, è ancora conservato il letto che ospitò Sua Maestà Ferdinando II delle Due Sicilie la notte del 23 luglio 1832, durante la sua visita nella provincia.