Quattro tappe alla scoperta delle tante chiese di quest’area, custodi di gioielli artistici, partendo da Sant’Omero, passando per Notaresco e Morro D’Oro, fino a raggiungere Mosciano Sant’Angelo.
Il vostro tour alla scoperta dell’arte sacra della provincia teramana può cominciare da Sant’Omero, dove vi suggeriamo di visitare tre chiese di particolare rilevanza storica e artistica.
La Chiesa della Santissima Annunziata, la cui facciata, risalente al 1754, è semplice e risente dello stile barocco, tra gli arredi sacri conserva al proprio interno un Crocifisso ligneo del tardo 1500, una maiolica settecentesca con Sant’Antonio Abate e un organo e un coro ligneo barocchi.
Poco fuori dal borgo troverete la Chiesa di Santa Maria a Vico. Cosa ha di così particolare? È l’unico monumento della regione, conservato quasi integralmente, anteriore al Mille. La sua facciata è stata realizzata con una rarissima lavorazione usata in epoca romana, “ad opus spicatum”, costituita cioè da laterizi collocati di taglio secondo la disposizione di una lisca di pesce o di una spiga di grano.
Sulla cima d’un colle, infine, vi invitiamo a raggiungere la Chiesa rurale di Sant’Angelo Abbamano, adagiata con la sua semplice struttura romanica su massicce costruzioni romane, forse resti di un bagno pubblico o di una cisterna, visto che nei pressi sgorgava probabilmente una sorgente di acque sulfuree, oggi prosciugata.
Il vostro tour alla scoperta dell’arte sacra della provincia teramana può cominciare da Sant’Omero, dove vi suggeriamo di visitare tre chiese di particolare rilevanza storica e artistica.
La Chiesa della Santissima Annunziata, la cui facciata, risalente al 1754, è semplice e risente dello stile barocco, tra gli arredi sacri conserva al proprio interno un Crocifisso ligneo del tardo 1500, una maiolica settecentesca con Sant’Antonio Abate e un organo e un coro ligneo barocchi.
Poco fuori dal borgo troverete la Chiesa di Santa Maria a Vico. Cosa ha di così particolare? È l’unico monumento della regione, conservato quasi integralmente, anteriore al Mille. La sua facciata è stata realizzata con una rarissima lavorazione usata in epoca romana, “ad opus spicatum”, costituita cioè da laterizi collocati di taglio secondo la disposizione di una lisca di pesce o di una spiga di grano.
Sulla cima d’un colle, infine, vi invitiamo a raggiungere la Chiesa rurale di Sant’Angelo Abbamano, adagiata con la sua semplice struttura romanica su massicce costruzioni romane, forse resti di un bagno pubblico o di una cisterna, visto che nei pressi sgorgava probabilmente una sorgente di acque sulfuree, oggi prosciugata.
Lasciata Sant’Omero, vi consigliamo un breve passaggio a Notaresco e alla sua Abbazia di San Clemente al Vomano, luogo pieno di fascino e bellezza che si esprime nel ricco portale della facciata e nella sua torre campanaria a vela.
Restaurata di recente, secondo la tradizione fu fondata nel IX secolo per volere di Ermengarda, figlia dell’imperatore Ludovico II, e custodisce un ciborio tra i più antichi e monumentali in Abruzzo, realizzato tra il 1136 e il 1147.
Lasciata Sant’Omero, vi consigliamo un breve passaggio a Notaresco e alla sua Abbazia di San Clemente al Vomano, luogo pieno di fascino e bellezza che si esprime nel ricco portale della facciata e nella sua torre campanaria a vela.
Restaurata di recente, secondo la tradizione fu fondata nel IX secolo per volere di Ermengarda, figlia dell’imperatore Ludovico II, e custodisce un ciborio tra i più antichi e monumentali in Abruzzo, realizzato tra il 1136 e il 1147.
Tra le viuzze di Morro D’Oro, terza tappa di questo tour di arte sacra, troverete la grande Chiesa di San Salvatore e San Nicola, a pianta rettangolare di circa 20 metri per 40, suddivisa in tre navate ciascuna di cinque campate.
Procedendo nella passeggiata, ecco a voi, nel suo semplice splendore, l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano, che si schiude in un ampio piazzale circondato da oliveti e da vigneti.
La tradizione narra che fu eretta in seguito a un’apparizione della Madonna, il 10 maggio 715, ma quella che state ammirando risale forse al 1285 e vi si presenta con la tipica struttura romanica e la disposizione dei monasteri benedettini, perfettamente conservata nella forma originaria. Per tutto il Medioevo, l’Abbazia rappresentò un importante punto di riferimento lungo il percorso adriatico verso la Terra Santa.
In una particolare posizione, su un colle che osserva da lontano, si staglia l’ex Convento di Sant’Antonio Abate, oggi proprietà privata. Insediamento francescano dei Frati Minori dal 1260, nei secoli ha subito l’onta delle mancate cure, a cui pose un primo rimedio la famiglia Rozzi a metà dell’Ottocento. Restauri importanti furono iniziati sul finire del secolo scorso per volere della famiglia Cerulli e portati avanti con cura e sapienza dalla famiglia Marziani che ne detiene tutt’oggi il possesso.
Tra le viuzze di Morro D’Oro, terza tappa di questo tour di arte sacra, troverete la grande Chiesa di San Salvatore e San Nicola, a pianta rettangolare di circa 20 metri per 40, suddivisa in tre navate ciascuna di cinque campate.
Procedendo nella passeggiata, ecco a voi, nel suo semplice splendore, l’Abbazia di Santa Maria di Propezzano, che si schiude in un ampio piazzale circondato da oliveti e da vigneti.
La tradizione narra che fu eretta in seguito a un’apparizione della Madonna, il 10 maggio 715, ma quella che state ammirando risale forse al 1285 e vi si presenta con la tipica struttura romanica e la disposizione dei monasteri benedettini, perfettamente conservata nella forma originaria. Per tutto il Medioevo, l’Abbazia rappresentò un importante punto di riferimento lungo il percorso adriatico verso la Terra Santa.
In una particolare posizione, su un colle che osserva da lontano, si staglia l’ex Convento di Sant’Antonio Abate, oggi proprietà privata. Insediamento francescano dei Frati Minori dal 1260, nei secoli ha subito l’onta delle mancate cure, a cui pose un primo rimedio la famiglia Rozzi a metà dell’Ottocento. Restauri importanti furono iniziati sul finire del secolo scorso per volere della famiglia Cerulli e portati avanti con cura e sapienza dalla famiglia Marziani che ne detiene tutt’oggi il possesso.
Per concludere questo itinerario vi suggeriamo di raggiungere Mosciano Sant’Angelo e di lasciarvi coccolare dalle bellezze che custodisce.
Visitate il Convento dei Santi Sette Fratelli, risalente al IX secolo, con l’attiguo Santuario di S. Maria degli Angeli, caratterizzato da un pregevole soffitto ligneo del XVII secolo, con particolari affreschi sulle lunette del chiostro e alcune statue lignee seicentesche.
Continuate la scoperta dei monumenti religiosi con la Chiesa dell’Addolorata, costruita tra il 1828 e il 1841: ammirate i suoi pregevoli lavori in stucco dello scultore Domenico Farnese di Ascoli e le opere pittoriche di Berardino dei Conti Delfico e di Gennaro della Monica.
Di particolare rilevanza architettonica è, infine, la Chiesa del Santissimo Rosario: la sua costruzione fu autorizzata nel 1852 da Federico II Re delle Due Sicilie. La struttura è a pianta circolare, realizzata interamente in mattoni, con una cupola, nata dal progetto dell’architetto Giuseppe Lupi, che fu ispirato dal Pantheon romano. Un vero gioiello che merita la vostra visita.
Per concludere questo itinerario vi suggeriamo di raggiungere Mosciano Sant’Angelo e di lasciarvi coccolare dalle bellezze che custodisce.
Visitate il Convento dei Santi Sette Fratelli, risalente al IX secolo, con l’attiguo Santuario di S. Maria degli Angeli, caratterizzato da un pregevole soffitto ligneo del XVII secolo, con particolari affreschi sulle lunette del chiostro e alcune statue lignee seicentesche.
Continuate la scoperta dei monumenti religiosi con la Chiesa dell’Addolorata, costruita tra il 1828 e il 1841: ammirate i suoi pregevoli lavori in stucco dello scultore Domenico Farnese di Ascoli e le opere pittoriche di Berardino dei Conti Delfico e di Gennaro della Monica.
Di particolare rilevanza architettonica è, infine, la Chiesa del Santissimo Rosario: la sua costruzione fu autorizzata nel 1852 da Federico II Re delle Due Sicilie. La struttura è a pianta circolare, realizzata interamente in mattoni, con una cupola, nata dal progetto dell’architetto Giuseppe Lupi, che fu ispirato dal Pantheon romano. Un vero gioiello che merita la vostra visita.