Il borgo, che è stato un feudo normanno e poi territorio dei signori d’Acquaviva, ha mantenuto il tipico impianto urbano medievale, conservando con esso l’eleganza degli ambienti piccoli ma signorili.
Nella vostra passeggiata, all’ingresso della città poco fuori dalle mura, non perdete la Chiesa della Santissima Annunziata: modificata più volte nel tempo, ha una facciata in stile barocco che risale al 1754, mentre all’interno conserva un Crocifisso ligneo del tardo 1500, una maiolica settecentesca con Sant’Antonio Abate, le statue di Sant’Imerio e del Beato Migliorato e un organo e un coro ligneo barocchi.
Poco fuori dal borgo vi attende un piccolo gioiello, la Chiesa di Santa Maria a Vico dove respirerete un’atmosfera rilassata e spirituale. Cos’ha di particolare? È l’unico monumento in Abruzzo, conservato quasi integralmente, precedente all’anno Mille, edificato sulle rovine di un Tempio dedicato ad Ercole. La facciata è stata realizzata con una lavorazione di epoca romana, “ad opus spicatum”, con laterizi collocati in una disposizione a lisca di pesce o a spiga di grano. Dal 1902 la Chiesa è nella lista dei Monumenti nazionali italiani.
Nella campagna, tra i sentieri da percorrere a piedi, a cavallo o in bici lungo la “Strada delle Pinciaie”, potrete osservare qualche esemplare delle Pinciare, abitazioni rurali in terra cruda impastata con paglia, pula e sassolini.
Poco distante dal paese, sulla cima di un colle alberato, troverete la Chiesa rurale di Sant’Angelo Abbamano, semplice struttura romanica edificata su costruzioni romane, forse un bagno termale o una cisterna, di cui rimangono il basamento e il pavimento a mosaico.
Un’occasione particolare per venire a scoprire queste meraviglie di Sant’Omero? Potreste far coincidere la vostra visita con un evento goliardico come la Sagra del Baccalà, che si tiene verso la fine di luglio: il momento giusto per degustare la specialità del posto, preparata sapientemente in ogni modo possibile… al forno con olive nere, in umido, fritto, arrosto con i funghi. E sicuramente condita con l’ottimo olio evo locale – non a caso Sant’Omero è parte della rete delle Città dell’Olio.