Così lo storico Vincenzo Bindi parlava delle origini di Mosciano Sant’Angelo. Anno 897.
Vi consigliamo di partire da un tour nel cuore del borgo, per scorgere parte di quella cinta muraria e le torri medievali che disegnano il profilo di Mosciano: Torre Acquaviva, eretta nel 1397, la più bella con le antiche merlature, Torre Cardelli a pianta esagonale, l’adiacente Torre del Belvedere, Torre Marini a pianta quadrata e Torre Zeda, circolare, legata alla porta d’accesso della vecchia città.
Tra i monumenti religiosi spicca la Chiesa dell’Addolorata, edificata tra il 1828 e il 1841: ammirate i lavori in stucco dello scultore Domenico Farnese di Ascoli e le pitture di Berardino dei Conti Delfico e Gennaro della Monica.
Di grande impatto è la Chiesa del Santissimo Rosario, la cui costruzione fu autorizzata nel 1852 da Federico Re delle Due Sicilie: la struttura in mattoni è a pianta circolare, con la particolare cupola nata dal progetto dell’architetto Giuseppe Lupi, ispirata al Pantheon romano.
Tra i vicoli e gli antichi palazzi vi stupirà la presenza di oltre 30 murales, realizzati grazie a Visione Periferica, il Festival di Urban Art che ha portato la street art a dialogare con il passato.
Uscendo dall’abitato, prevedete una tappa in contrada Colle Leone, all’Osservatorio astronomico Colle Leone, con Planetario e Museo naturalistico, per lasciarvi affascinare dalla magia del cielo e dalle curiosità su fossili, minerali e meteoriti.
E poi visitate il Convento dei Santi Sette Fratelli, del IX secolo, e il Santuario di Santa Maria degli Angeli, con un pregevole soffitto ligneo del XVII secolo, particolari affreschi nelle lunette del chiostro e statue lignee seicentesche.
Proseguite la passeggiata fino al borgo di Montone, frazione di Mosciano, da cui ammirare la splendida vista dal mare alle montagne del Gran Sasso. Nel Medioevo, fino al 1390, fu sede di un’università e, tra XIII e XIV secolo, venne fortificata con una cinta di cui rimangono tre torri.
Stanchi dopo il tour? Recuperate le energie con un piatto di timballo alla teramana, preparato con crespelle di uova e farina condite con ragù di carne, o con le “scrippelle ‘mbusse”, crespelle cosparse di formaggio grattugiato, arrotolate e immerse in un brodo di carne.