Castellalto
Due anime per un solo borgo
Castellalto si presenta così, decisamente unico per la singolare presenza di due diversi centri storici, Castellalto e Castelbasso, separati da una serie di frazioni montane e circondati dallo splendido panorama che va dal maestoso Gran Sasso d’Italia, con la vetta del Corno Grande, all’infinito spazio dell’Adriatico.

Castelbasso è il centro più antico che, secondo il Chronicon Casauriense, venne fondato nell’XI secolo erigendo un castello e una chiesa; nel Quattrocento poi fu ampliato seguendo i criteri di difesa dalle armi a gittata.

A quest’epoca risale anche la cinta muraria con le porte ancora ammirabili: Porta sud, costruita in stile rinascimentale in laterizio e pietra sbozzata, con due arcate poste l’una sopra l’altra, e decorata con merlature sulla sommità, e Porta est, detta anche della Marina, costituita da un torrione difensivo con arcata a tutto sesto, visibile dall’interno delle mura.

Vi suggeriamo di visitare il centro in occasione del suo rinomato Festival di Castelbasso, evento annuale organizzato dalla Fondazione Malvina Menegaz tra luglio e agosto, che ha l’intento di riqualificare il territorio e il tessuto sociale attraverso l’arte e la cultura. Il Festival segue proprio questo spirito di fusione tra cultura e contesto territoriale, ospitando nomi nazionali che vi allieteranno tra musica, letteratura e arte.

Castellalto, sviluppatosi nell’800, vi offrirà una vista indimenticabile. La sua posizione strategica, rialzata, lascia spazio allo sguardo che dal Belvedere sarà libero di vagare sulle meraviglie che lo circondano. 

Nella vostra passeggiata per il borgo alto, dovrete senz’altro soffermarvi nella parrocchiale Chiesa di San Giovanni Evangelista, originariamente realizzata dai Normanni, poi ricostruita nel XVI secolo e, ancora, restaurata nel XVIII secolo in stile barocco. Si entra nella Chiesa attraverso un portale laterale in pietra, datato 1584, sormontato da timpano a tutto sesto in una cornice rettangolare. L’interno si presenta a navata unica e ricco di stucchi in giallo pergamena. Nella cantoria, sulla parete prospiciente l’altare, si trova un organo a canne. 

Dopo i vostri giri, sedetevi a gustare uno dei tanti piatti tipici del teramano. Noi vi segnaliamo “li granitt”, un piatto povero della tradizione contadina che nasce dal movimento sapiente di mani esperte che, dalla semplice farina impastata con acqua, aggiunta poco alla volta a pioggia, sono capaci di realizzare grossolani chicchi di pasta, simili ai chicchi del granturco. Si possono condire col sugo, con la salsiccia… ma la ricetta più gustosa è senz’altro quella con fave e guanciale: assaggiatela!

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